Estratto n. 1 dall’Evento il paradosso della Formula del 17-11-2022 organizzato da Formazione Allattamento e Associazione Allattamento e dintorni APS
Perché siamo l’unica specie di mammiferi ad aver bisogno di corsi sull’allattamento? E perché questa necessità principalmente in Occidente (e in tempi relativamente recenti)? E soprattutto, perché gli allattamenti falliscono in numero così esorbitante proprio nella specie umana, in Occidente, e negli ultimi tempi della nostra storia? Ciò che manca non è evidentemente la capacità naturale di allattare e di attaccarsi al seno.
Ciò che abbiamo sperimentato, negli scorsi decenni, è stata invece la totale perdita di modelli di riferimento legati all’accudimento istintivo e naturale. Fin da bambine siamo cresciute circondate da conoscenti munite di biberon e latte artificiale, abbiamo sentito costantemente cose come “chissà se avrai la fortuna di allattare”, “ma latte ne hai?”, “guarda quante poche donne riescono ad allattare: sarà improbabile, preparati”, “se non sono passate tre ore dalla scorsa poppata, è solo un vizio”. Si intuisce facilmente come un clima culturale simile abbia portato le donne ad affrontare il tema dell’allattamento con una scarsissima di fiducia nelle proprie capacità di farcela, figuriamoci nella capacità di farlo solo connettendosi al proprio istinto, senza corsi.
La cultura della “delega” ha preso il sopravvento: tanto le industrie dei biberon all’avanguardia, dei latti artificiali “simili” a quello umano (a loro dire) hanno eccellenti alternative da offrire, tanto sarà il pediatra (o la mamma, la zia, la suocera) a farmi capire se serve un’aggiunta, anche se il motivo è banale e infondato, perché in una singola settimana prende mezzo grammo in meno o perché piange più del dovuto (magari per mille altri motivi che non c’entrano con la fame).
Quello che dobbiamo dire alle donne allora è: disimparate! Cancellate questi modelli perpetrati nel tempo. Andate per la vostra strada e non fatevi condizionare. La natura vi offre davvero già tutto: la natura non conosce vizio, non conosce orari, non conosce bilance (se un bambino non sta bene o non si nutre si capisce ugualmente)… E se i condizionamenti sono davvero troppi, se insinuano in voi dei dubbi che non vi fanno essere tranquille, allora qualche buona nozione aggiornata sulla fisiologia dell’allattamento vi potrà comunque essere di aiuto (e probabilmente non aggiungerà nulla a ciò che in cuor vostro già sapevate).
Per i casi in cui si presentino invece problemi concreti nel proseguimento dell’allattamento, quei casi in cui una volta con ogni probabilità si ricorreva alle balie, abbiamo oggi la possibilità di avere le Consulenti professionali IBCLC formate e periodicamente aggiornate per fronteggiare anche i casi più complessi. E ancora, per tutti i casi in cui la madre non vuole allattare per motivi personali, noi che lavoriamo per il puro e disinteressato sostegno alle donne, non amiamo fare proselitismi o giudicare, anzi sosteniamo e accompagniamo anche i casi di interruzione consapevole.
L’importante è tornare altresì a modelli più vicini alla naturalità del post parto e dell’allattamento, così che le donne siano realmente libere di percorrere la loro strada. Perché è indubbio che i fattori socio-culturali sopra elencati abbiano portato ad un allontanamento molto importante delle coppie mamma-bambino da un processo così fisiologico e naturale, del quale spesso non si riconoscono più nemmeno i benefici.
Valeria Paoletto – Facilitatrice in Allattamento per l’Associazione Allattamento e dintorni APS