Il pianto del neonato è una delle cose più difficili da affrontare dell’essere genitori. Per il bambino è un modo di comunicare ma è molto difficile rimanere calmi difronte ad un bimbo disperato.
I neonati possono piangere perché hanno caldo, freddo, sonno, noia, fame, bisogno di uscire di casa, voglia di rientrare fra le mura domestiche, mal di pancia, gola, orecchie, un capello arrotolato tra le dita di un piede… Ogni mamma, riesce a trovare la soluzione per il proprio bambino, sperimentando e provando sistemi diversi per tranquillizzarlo, trova quella che va bene in quel caso specifico, in quel momento.
Non esiste una soluzione che vada bene per tutti i bambini né una soluzione che funzioni sempre. E’ importante non perdere la pazienza, insistere senza arrendersi ai primi tentativi.
E’ possibile offrire il seno al bambino, provare a cullarlo anche a pancia in giù, fargli un bagnetto, dondolarlo a tempo di musica, con la consapevolezza che la sofferenza del bambino è data da qualcosa che anche lui non conosce.
I neonati percepiscono i sentimenti delle madri e a volte la sera, il momento in cui si è al culmine della stanchezza accumulata durante la giornata, le tensioni di entrambi sfociano nel pianto del bambino. Molte mamme dicono che quando non riescono a calmare il proprio bimbo, che piange inconsolabilmente, ci riesce il papà. Spesso il bambino si tranquillizza appena si trova tra le braccia del padre, sopratutto se è tranquillo, magari appena rientrato dal lavoro…anche questa è una buona soluzione.
Barbara Pecoraro
IBCLC – Firenze