Un’oggetto che viene spesso regalato o suggerito alle mamme come indispensabile è il ciuccio. Questo strumento nasce per soddisfare il bisogno di suzione dei neonati, al posto del seno.
Se il ciuccio viene usato per distanziare le poppate si corre il rischio che il neonato non assuma nelle 24 ore tutto il latte che gli occorre, nelle prime settimane potrebbe influire sulla calibrazione della produzione di latte rendendola insufficiente.
Un altro possibile problema dell’uso del ciuccio è il fatto che esso necessita di una tecnica di suzione diversa rispetto al seno. Alcuni bambini finiscono per confondersi e arrivano a ciucciare al seno come fanno col ciuccio, rendendo la suzione inefficace e quasi sempre dolorosa.
Esistono alcuni casi in cui l’uso del ciuccio può risultare utile (un bambino pretermine nutrito via sondino, ad esempio…).
L’uso del ciuccio è stato associato in molti studi ad una minore durata dell’allattamento, maggiore incidenza di infezioni alle orecchie, maggiore incidenza di candida (mughetto), aumento del rischio di malformazioni dei denti e della bocca, carie, precoce ritorno della fertilità.
Se una madre desidera usare il ciuccio per calmare il bambino in situazioni in cui non può allattarlo (ad esempio: la madre è sotto la doccia, sta guidando e non può fermarsi, ecc…) sarebbe preferibile attendere i primi 40 giorni in modo che la produzione di latte sia ben assestata.
Paola Mazzinghi
IBCLC – Firenze