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L’uomo è un mammifero, dal punto di vista strettamente filogenetico. I mammiferi si distinguono dagli altri tipi di animali proprio perché allattano i propri piccoli. Con un sillogismo di tipo aristotelico, ne possiamo concludere che noi esseri umani allattiamo i nostri cuccioli. E’ una capacità fisiologica che è innata nel nostro corpo, come la capacità di produrre saliva o succhi gastrici. Le ghiandole mammarie, si attivano dopo il parto per produrre latte ed è un processo che funziona in tutti i mammiferi, uomo incluso. Nessuno di noi si preoccupa che la gatta che sta per partorire possa avere, o meno, il latte per i propri gattini: sappiamo che sarà così.
Il dubbio che una donna possa avere il latte, invece, attanaglia molte future madri.

Teoricamente tutte le mamme hanno il latte, dato che tutte le donne appartengono alla classe dei mammiferi. Ma è davvero sempre così?
In realtà ci sono delle condizioni per cui una donna può essere incapace di produrre latte o può produrne troppo poco per soddisfare i bisogni del suo bambino.
Sentiamo spessissimo madri che dichiarano di non aver allattato i propri figli per mancanza di latte. A giudicare dalla frequenza con cui si sente questa affermazione, si potrebbe concludere che avere il latte sia una fortuna che capita a poche donne. L’insufficienza di latte può essere provocata, in realtà, da due fattori principali: una cattiva gestione dell’allattamento oppure una anomalia della struttura mammaria o della funzione ghiandolare.

Nel primo caso, ovvero la mancanza o insufficienza di latte per una cattiva gestione dell’allattamento, la madre in questione può prevenire o risolvere il problema informandosi in anticipo su quali siano le modalità fisiologiche di condurre un allattamento naturale. Mentre è ancora in gravidanza può informarsi frequentando gli incontri tenuti da una IBCLC, leggendo libri e siti accreditati. Se invece ha già partorito e il problema si è già presentato, è importante rivolgersi ad una Consulente professionale in allattamento nel minor tempo possibile, dato che, prima si interviene, maggiori saranno le possibilità di successo.

Esistono dei casi, però, per cui una mamma non può davvero riuscire a produrre abbastanza latte. Innanzitutto dobbiamo dire che ci sono alcune donne, rarissime, a cui, durante l’adolescenza, non si è sviluppata correttamente la ghiandola mammaria; questa condizione viene chiamata ipoplasia del seno. Le mammelle di queste donne assumono una forma particolare, con un ampio spazio inframammario. E’ quasi impossibile, però, diagnosticare una ipoplasia mammaria dal solo esame obiettivo. Molte mamme, con un seno che a prima vista poteva sembrare ipoplasico, sono riuscite ad allattare senza problemi. Quindi, fissarsi nella convinzione di non poter allattare solo perché qualcuno ha detto che si possiede questo tipo di problema, è inutile e dannoso. Si suggerisce sempre di provare, comunque, ad allattare. Moltissime volte la mamma rimarrà sorpresa nello scoprire che il suo seno funziona come quello di qualsiasi altra donna.

Un motivo invece, relativamente comune, per cui si verifica un’insufficienza della lattazione è la ritenzione placentare. La placenta, durante la gravidanza, produce progesterone, inibendo la produzione di prolattina e, perciò, la produzione di latte. Col parto, la placenta viene espulsa, determinando così le condizioni all’avvio della lattazione. Alcune volte però, un frammento di placenta, più o meno grosso, rimane nell’utero, causando produzione di progesterone che blocca o riduce la produzione di latte. E’ importante scoprire e rimuovere questo frammento al più presto, non solo per permettere un avvio ottimale della lattazione, ma anche per scongiurare pericolosi fenomeni patologici a carico del sistema riproduttivo della donna.

La Sindrome di Sheehan è un tipo di causa ghiandolare che determina mancanza di latte. E’ una condizione molto rara, causata da una forte emorragia durante il parto che determina un danno a livello ipofisario, la ghiandola posta alla base del cervello che, fra le varie altre cose, produce la prolattina.
Altre insufficienze ghiandolari possono essere causa di una insufficienza della lattazione, come l’ipotiroidismo non trattato, il diabete mal controllato e la sindrome dell’ovaio policistico insulino resistente.
Esiste inoltre una rarissima condizione di assenza di prolattina determinata geneticamente. Anche una radioterapia al cranio, eseguita per curare un tumore cerebrale, può danneggiare l’ipofisi.

In uno studio di Spence del 1938, si dichiara che le condizioni per cui è difficile o impossibile allattare si aggirano sul 5%. In questa percentuale, però, sono inclusi anche eventuali problemi del bambino. Potete, perciò, trarre le dovute conclusioni: la causa che determina la maggior parte dei fallimenti dell’allattamento è dovuta ad una cattiva gestione dell’allattamento e non per una reale incapacità fisica.

Anche in caso di problemi fisici della madre, si può arrivare, spesso, con un buon supporto da parte di una Consulente IBCLC e una corretta gestione, se non ad una produzione piena, almeno ad un allattamento di tipo misto.

Tutte le mamme hanno il latte? Non tutte tutte, ma la stragrande maggioranza, sì!!!

 

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