L’obesità è una condizione medica per cui il corpo ha accumulato una quantità eccessiva di grasso.
La patologia dell’obesità è multifattoriale e tale condizione dipende da fattori genetici, ambientali e dallo stile di vita. Sono note, per quanto riguarda la prevenzione, le raccomandazioni relative alla dieta e all’attività fisica, ma recentemente è stata pubblicata una ricerca australiana che raccomandal’allattamento materno per prevenire l’obesità infantile.
Lo scorso 7 febbraio 2012 è stata pubblicata :
The relationship between breastfeeding and weight status in a national sample of
Australian children and adolescents.
Scott JA, Ng SY, Cobiac L.
Questo studio ha indagato sull’influenza dell’allattamento prolungato sul peso del corpo di un campione di bambini e adolescenti australiani e la conclusione è che l’allattamento materno, per 6 mesi o più, è protettivo nei confronti dei problemi di pesoi.
L’obesità infantile è in crescita, i dati del Ministero della Salute indicano che il problema in Italia riguarda 1 bambino su 3 e si ricorda che è da evitare un’iperalimentazione nei primi anni di vita, proprio per non predisporre a diventare “cicciottelli” in quanto, più aumenta il volume delle cellule adipose, più è difficile da involverne il numero.
Ma perché, molte mamme mi chiedono, l’allattamento previene l’obesità? Le spiegazioni sono sia fisiologiche che comportamentali.
Un ruolo fondamentale è dato dalla leptina, un ormone contenuto nel latte materno che regola l’assunzione di cibo e il metabolismo energetico, per cui i bimbi allattati hanno una concentrazione di insulina nel sangue più modesta rispetto alle alte concentrazioni dei bimbi allattati artificialmente.
Altra spiegazione è che, per i bimbi allattati, lo svezzamento è ritardato, graduale e con un’elevata attenzione alle esigenze del bambino, cioè il bimbo allattato viene svezzato più tardi e vengono introdotti gradualmente altri alimenti oltre il latte, a differenza dei bimbi allattati artificialmente per cui lo svezzamento viene spesso gestito con un’introduzione precoce ed eccessiva di altri alimenti.
Altro vantaggio dell’allattamento è il rapporto di fiducia che si crea nella diade, per cui la mamma lascia, con l’allattamento a richiesta, il bambino autoregolarsi sull’apporto di latte materno, ovvero il lattante controlla il quantitativo di latte ingerito ascoltando il proprio senso di sazietà, a differenza dei bimbi alimentati col biberon che vengono “spinti” a svuotarne il contenuto. Questo ruolo attivo del bambino nell’autoregolarsi si manterrà per tutta la crescita del bambino e avrà un effetto a lungo termine.
Inoltre, la varietà di gusto del latte materno assunto dal bambino, che lo predispone, come già succedeva nel pancione durante la gravidanza, alla conoscenza di un’ampia gamma di sapori (dolce e salato, ecc…) che poi il bimbo troverà a tavola quando inizierà lo svezzamento e potrà aiutarlo all’accettazione dei vari cibi, che, ovviamente, si raccomanda siano sani e naturali.
L’introduzione precoce di cibi troppo dolci, quando ancora il bambino sta maturando il senso del gusto, può avere, tra le conseguenze per la salute del bambino, lo sviluppo del diabete mellito, carie ai denti, scarsa densità ossea, scarsi livelli di calcio.
Concludo con uno stralcio del comunicato stampa della SIP che informa dell’intesa di un protocollo tra la Società Italiana Pediatri e il Ministero della Salute, chiamato Progetto “Mi voglio bene” che ha tra i suoi obiettivi la prevenzione del sovrappeso e dell’obesità.
Il Progetto individua dieci azioni preventive di importanza fondamentale per ridurre il rischio di obesità tra cui:
allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita,
apporto proteico controllato fino a 2 anni,
sospensione del biberon entro 2 anni,
eliminazione di succhi e tisane,
uso limitato della tv,
giochi all’area aperta.
Per la prima volta queste 10 regole dovranno essere attuate, tutte insieme, dal pediatra di famiglia coinvolgendo i genitori in maniera attiva nel progetto, “stringendo un’alleanza” con loro, nell’interesse della salute del loro figlio.
Viene ribadito così il concetto che la prevenzione dell’obesità inizia allattando al seno esclusivamente per i primi 6 mesi il bambino; il latte materno ha un effetto protettivo nei confronti dell’obesità, mentre altri tipi di latte possono aumentarne il rischio. Ovviamente non vanno dimenticati altri fattori come le caratteristiche genetiche, l’indice di massa corporea dei genitori, il peso alla nascita e le condizioni ambientali.
Maddalena Notarfrancesco
IBCLC – Mestre