Sono molti i motivi per cui un bambino non può poppare direttamente al seno o ha bisogno di integrazioni: alcuni bambini rifiutano il seno o, se si attaccano, non riescono a poppare efficacemente, oppure la mamma può avere un’insufficiente produzione di latte o essere lontana dal bambino ed impossibilitata ad allattare.
In tutte queste situazioni è facile capire che il latte, materno o artificiale, va somministrato al bambino in un altro modo. Qual è il problema, direte voi, c’è il biberon! Somministrare il latte con un biberon però, nelle prime settimane di vita di un bambino, può portare a serie conseguenze per il successo dell’allattamento.
Esaminiamo insieme i pro e i contro del biberon: i “pro” più evidenti sono: il biberon è di facilissima reperibilità, può essere economico (se lo comprate in un supermercato) ed è veloce da dare al bambino.
I “contro”: le tettarelle (biberon e succhiotti) possono confondere la suzione del bambino, portandolo spesso a rifiutare il seno o a poppare scorrettamente. Quando un bambino è al seno, infatti, tiene la bocca ben aperta e la lingua fuori dal bordo gengivale; compie un complesso movimento “ad onda” con la lingua e le mascelle che gli permettono di drenare efficacemente il seno. La punta del capezzolo, inoltre, arriva in fondo alla bocca del bambino alla congiunzione fra il palato duro e quello molle. Quando un bambino si attacca al seno, prende in bocca un grosso boccone di seno. Quando il capezzolo arriva in fondo alla bocca, lo stimolo che da, innesca il riflesso di suzione e il bambino comincia a poppare.
Quando il bambino succhia al biberon invece, tiene la bocca molto più chiusa (specialmente con quei biberon, con punta corta e con base larga, che sono pubblicizzati per essere simili al seno materno) e la punta della tettarella gli arriva a metà della bocca. La lingua, di conseguenza, non viene estesa, ma viene tenuta dentro il bordo gengivale. Il movimento della bocca diviene un semplice “apri e chiudi” che serve al bambino per comprimere la tettarella del biberon e far fluire il latte nella sua bocca; movimento che, se replicato al seno, è completamente inefficace per estrarre il latte. Le tettarelle dei biberon, inoltre, non sono morbide come il seno della mamma, quindi il bambino si abitua ad uno stimolo molto più forte in bocca. Spesso un bambino confuso dal biberon non riuscirà a riconoscere il seno (perché non è abbastanza rigido) e non riuscirà ad attaccarsi o, se lo fa, non scatterà in lui il riflesso di suzione che gli permette di cominciare a poppare efficacemente. Molti bambini, invece, anche se riescono ad attaccarsi e a poppare, non riusciranno a farlo efficacemente.
Per questi motivi, si preferisce, qualora fosse necessario dare delle integrazioni e, contemporaneamente, salvare la possibilità di continuare ad allattare, usare dei metodi che non confondano la suzione del bambino.
Metodi alternativi di alimentazione
Il sistema di alimentazione supplementare (detto anche DAS)
Se un bambino si attacca al seno e poppa (anche se non molto efficacemente) e ha bisogno di integrazioni di latte (materno spremuto o, in mancanza, di latte artificiale formulato), è possibile dare le integrazioni nello stesso momento in cui il bambino poppa al seno. Si può costruire un sistema di alimentazione supplementare casalingo o acquistarne uno già fatto, molto più costoso. Se si riesce a procurare un sondino di silicone molto sottile lungo almeno 40 cm, come, ad esempio, un sondino nasogastrico di uso ospedaliero, o il sondino di un ago a farfalla (con la farfalla e ago asportati, naturalmente) si può facilmente costruire in casa. Si allarga il foro di una tettarella di un biberon abbastanza da far passare il sondino e lo si infila fino a che tocchi il fondo del biberon stesso. Nel biberon si mette il latte tiepido che il bambino dovrà assumere. L’altro capo del sondino si fissa con un pezzo di cerotto anallergico vicino all’areola, in modo che la punta del sondino sporga di circa 7-10 ml dal capezzolo. Quando si attacca il bambino al seno, si fa in modo che il bambino, oltre al seno, prenda contemporaneamente anche il tubicino. Il bambino succhiando allungherà il capezzolo della mamma e il tubicino, messo un po’ più sporgente del capezzolo, si ritroverà ad essere circa allo stesso livello. Il flusso di latte si potrà regolare, per il principio dei vasi comunicanti, a seconda dell’altezza a cui viene messo il biberon: più in alto si mette e più veloce sarà il flusso del latte.
Se preferite acquistarne uno già fatto, invece, esiste un dispositivo composto da una bottiglietta di plastica che, nella parte superiore, ha un aggancio per cordoncino che permette alla mamma di tenerlo attaccato al collo. Nella parte inferiore, invece, è presente una ghiera da cui partono due tubicini sottili e morbidi di silicone. Ne sono forniti tre paia di diversi calibri che permettono di regolare il flusso di latte a seconda delle necessità. La ghiera è fornita anche di diverse tacche per fermare il flusso dei tubicini, se questi, entrambi o uno solo, non sono in uso in quel momento. Con entrambi i dispositivi, il bambino, mentre poppa, riceverà il latte dal seno ed anche l’integrazione attraverso il sondino.
Ci sono diversi vantaggi ad usare un sistema per l’alimentazione supplementare:
– Il seno sarà più stimolato, producendo più latte
– Il bambino imparerà, sempre più, a succhiare correttamente e a drenare il seno efficacemente
– Il bambino vedrà, sempre più, il seno materno come ciò che lo nutre
– La madre risparmierà tempo, allattandolo e, contemporaneamente, somministrandogli l’aggiunta
– Può essere usato nel caso di bambini adottivi
Non tutti i bambini, però, si attaccano al seno e poppano, oppure non è possibile attaccarli al seno perché la madre è assente o impossibilitata. In quei casi, si può optare per altri metodi:
Il bicchierino
L’alimentazione col bicchierino è molto facile ed economica. Si può usare anche con i bambini pretermine.
Si usa un piccolo bicchierino, possibilmente con i bordi leggermente arrotondati. Può essere usato un bicchierino di vetro, come quelli da liquore, o, se preferite, esistono in commercio dei bicchierini appositi con un bordo arrotondato e sporgente.
Si riempie il bicchierino per circa 2/3 di latte materno o formulato tiepido. Si avvolge il bambino in un lenzuolino o una copertina, per evitare che, con i movimenti delle mani e delle braccia, colpisca il bicchierino, rovesciandone il contenuto. Si tiene in grembo il bambino in posizione più verticale possibile. Si appoggia il bicchierino al labbro e alla gengiva inferiore del bimbo, inclinando il bicchierino, in modo che il latte sfiori il bordo. Si può eventualmente bagnare leggermente le labbra del bambino con un po’ di latte, ma è importante non versare il latte direttamente in bocca. Il bambino leccherà il latte, bevendolo senza alcuna fatica.
I vantaggi del bicchierino:
– Economico
– Di facile reperibilità
– Di facilissima pulizia
– Non confonde la suzione del bambino
– Non abitua il bambino ad uno stimolo troppo forte in bocca per innescare il riflesso di suzione
L’unico svantaggio del bicchierino è la scomodità di riempirlo ripetutamente quando dobbiamo somministrare grosse quantità di integrazioni.
Per questo motivo, esiste in commercio un dispositivo che funziona con lo stesso principio: è una specie di biberon che, al posto della tettarella ha una coppetta di silicone provvista di valvola. Premendo fra le dita questa valvola, si riempie la coppetta, fatta a mo’ di un profondo cucchiaio. Si usa allo stesso modo del bicchierino, ma non ha lo svantaggio di dover essere continuamente riempito.
L’alimentazione al dito
Un altro metodo alternativo che si usa con bambini molto sonnolenti o che hanno bisogno di rieducare la posizione della lingua, è la cosiddetta “alimentazione al dito”.
Il bambino viene alimentato con un sondino infilato in un biberon, come ho già descritto meglio in precedenza, ma, invece che far poppare il bambino al seno, il sondino viene tenuto fermo su un dito e fatto succhiare al bambino.
Le mani vanno accuratamente lavate, l’unghia deve essere pulita e corta e il sondino si posiziona sul lato del dito corrispondente al polpastrello. Non c’è bisogno di fissare il tubicino con il nastro adesivo, dato che si può tenere fermo comodamente con la punta del pollice. Si stimola col dito il labbro inferiore del bambino, fino a che apre almeno un po’ la bocca. A quel punto si infila il dito con l’unghia rivolta verso la lingua del bambino, cercando di tenerlo più piatto possibile contro la lingua. Se il bambino è estremamente sonnolento, si può anche infilare il dito in bocca delicatamente. Sentendo la stimolazione in bocca, il bambino comincerà a succhiare e a ricevere il latte dal sondino. Di solito si prova un minuto o due col dito e poi si cerca di portare il bambino al seno, se è possibile.
Questo metodo è preferibile solo in casi particolari. La vostra IBCLC saprà indicarvi quale metodo è preferibile nel vostro caso specifico. Se un bambino riesce a stare al seno è preferibile usare il sistema di alimentazione supplementare al seno o, in alternativa, il bicchierino.
L’alimentazione al dito è di gran lunga preferibile a quella col biberon, ma presenta qualche svantaggio:
– Il dito è comunque più rigido del seno e può abituare il bambino ad una stimolazione forte in bocca per innescare il riflesso di suzione. Si suggerisce di tenere il dito più piatto possibile sulla lingua del bambino, in modo da non sovra-stimolare il palato duro.
– Mentre il bambino succhia al seno, deve tenere la bocca ben aperta, mentre, col dito, tende a tenerla molto più chiusa.
Usare il biberon con meno danni possibili per l’allattamento
Se si desidera invece usare il biberon, sarebbe meglio sapere come usarlo e quale scegliere per causare meno danni possibili all’allattamento: è preferibile scegliere un biberon con una tettarella morbida del tipo “classico” di larghezza media e con la punta lunga. I fori sulla punta devono essere di dimensioni tali che il bambino riesca a svuotare il biberon in circa 15/20 minuti; il flusso deve essere, perciò, piuttosto lento, in modo che il bambino riesca a gestire meglio l’apporto di latte che desidera.
E’ importante tenere il bambino più verticale possibile e il biberon in posizione orizzontale, inclinandolo in alto, man mano che si svuota, solo quel poco che serve per riempire la tettarella di latte. Fate attenzione che il bambino non butti la testa all’indietro.
Si introduce la tettarella del biberon completamente in bocca al bambino, in modo che le sue labbra sfiorino la ghiera e la punta della tettarella raggiunga il fondo della bocca, tra la congiunzione fra il palato duro e quello molle, nella stessa posizione in cui si trova il capezzolo durante l’allattamento.
Si osserva il bambino per cogliere ogni segnale di stress: occhi sgranati o accigliati, bere senza respirare o, peggio, diventare cianotico, il bere con troppa avidità.
Sono da evitare i biberon con una tettarella con una base molto larga e la punta corta e stretta, come quelli solitamente pubblicizzati per “essere simili al seno materno” perché i bambini tendono a prendere solo la punta della tettarella, tenendo la bocca molto chiusa e la lingua retratta, perché la tettarella gli arriva solo a metà della bocca. Evitare anche le tettarelle troppo rigide che abituano il bambino ad una stimolazione troppo forte in bocca.