Mentre un tempo era facile crescere vedendo una parente o un’amica accudire e allattare un neonato, oggi capita sempre più spesso che, il primo neonato con cui abbiamo a che fare, sia il nostro bambino. La mamma può, quindi, sentire il bisogno di trovare altrove le informazioni necessarie.
Benché allattare sia del tutto naturale, è anche un’arte, un comportamento che si apprende. Cosa serve sapere, dunque, per cominciare bene? Cosa favorisce un buon avvio dell’allattamento e cosa, invece, lo ostacola?
Sappiamo che un parto in cui la madre è attiva e protagonista, permette alla donna di mantenere il controllo sulla situazione, essere sicura di sé e potersi prendere cura subito del suo bambino. È molto utile, quindi, cominciare cercando un ospedale in cui il parto fisiologico sia incoraggiato e dove l’allattamento sia promosso non solo a parole. Il modo in cui un bambino viene al mondo, infatti, può influenzare la sua capacità di poppare.
Ad esempio, molti studi mostrano una relazione fra anestesia e diminuita capacità di succhiare, minor ricerca del seno, più episodi di pianto. L’anestesia epidurale è stata associata anche ad una minor durata dell’allattamento. I ricercatori hanno trovato che i bambini, le cui madri hanno ricevuto Petidina come analgesico, hanno dimostrato un minor stato di vigilanza, minor capacità di orientarsi e movimenti meno organizzati per tutto il primo mese, rispetto ai bambini le cui madri non avevano ricevuto medicinali per il dolore.
Altri fattori durante il parto che influenzano l’allattamento sono: l’ambiente che circonda la madre, la separazione mamma-bambino, l’aspirazione del liquido dalla bocca e dal nasino. Un ambiente accogliente, in cui si incoraggi la madre a prendersi subito cura del bambino, migliora la fiducia della mamma in sé stessa e la sua capacità di mettersi in relazione con suo figlio. L’aspirazione del liquido, invece, può causare un rifiuto di poppare da parte del bambino che ha una prima esperienza orale spiacevole e che, quindi, lo porta a non aprire bene la bocca o a rifiutarsi di poppare.
Per quanto riguarda la separazione mamma-bambino, sappiamo come molti mammiferi si rifiutino di accudire un cucciolo che venga temporaneamente allontanato subito dopo il parto e di come, quindi, i primi momenti siano così importanti per la creazione del legame mamma-bambino e per l’avvio dell’allattamento. Sebbene gli esseri umani siano in grado di recuperare questa relazione, grazie al fatto che non sono forniti del solo istinto, è innegabile che questi primi momenti rappresentino un periodo che richiede particolare cura e attenzione da parte di chi circonda la madre e il bambino.
L’Accademia Americana di Pediatria raccomanda che “i bambini sani dovrebbanoo essere posti e rimanere in contatto pelle a pelle diretto con le loro madri immediatamente dopo il parto, finché non sia avvenuta la prima poppata.” Questo punto è anche uno dei dieci passi raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’UNICEF per gli Ospedali Amici dei Bambini.
Le ricerche hanno trovato relazioni positive fra l’incremento dell’allattamento, la sua durata e il contatto pelle a pelle nella prima ora. Il contatto col bambino stimola nella madre la produzione di ossitocina, che aiuta a contrarre l’utero, alza la temperatura del seno per mantenere stabile la temperatura del corpo del bambino, stimola la relazione di attaccamento e di innamoramento verso il neonato, stimola il riflesso di emissione del latte, provoca un effetto anti-stress. Questi effetti si verificano solo con la produzione di ossitocina a livello dell’ipotalamo. Infatti, per poter avere questi effetti, l’ossitocina deve essere prodotta direttamente nel cervello: l’ossitocina sintetica, che passa dalla circolazione periferica, non può passare la barriera encefalica e produrre gli effetti dell’ossitocina naturale.
Porre il bambino appena nato sul torace della mamma permette al neonato di mantenere la temperatura corporea, di avere respiro e battito cardiaco regolari, di muoversi alla ricerca del seno per effettuare la sua prima poppata. Il bambino posto sul torace della madre è capace di muoversi da solo alla ricerca del seno, compiendo tutta una serie di azioni in sequenza: apre gli occhi; comincia a massaggiare il seno con la mano; mette la mano in bocca; si gira verso il seno; mette la mano bagnata sul seno (questo fa inturgidire il capezzolo della madre); il bambino comincia a leccare il capezzolo; inizia a poppare.
In questo momento non occorre alcun intervento: la valutazione dell’indice di Apgar può essere fatta col bambino sul petto della madre, cosa che permette un raggiungimento di un punteggio più alto, il taglio del cordone può essere rimandato a quando il cordone avrà smesso di pulsare, il che permetterà al bambino di fare scorte di ferro sufficienti per tutto il suo primo anno di vita. Pesatura e bagnetto si possono fare dopo che il bambino ha fatto la sua prima poppata, cosa che di solito avviene entro 60-80 minuti dal parto. Inoltre il bambino, che proviene da un ambiente sterile, messo a contatto immediatamente col corpo della madre verrà colonizzato dai batteri presenti sul corpo di lei, batteri per cui la madre ha già prodotto anticorpi mirati e che saranno passati al bambino attraverso il suo latte, anziché venire a contatto con batteri estranei per cui non ha protezione.
Una ricerca ha dimostrato che i bambini, che venivano separati dalla madre per alcuni minuti dopo il parto, dimostravano maggiore difficoltà a poppare o rifiutavano la poppata. I bambini separati dalle madri mostrano un pianto diverso che, se non viene ascoltato riportando il bambino alla madre, sfocia in un atteggiamento difensivo, , definito di “protesta-disperazione” ; il bambino si chiude in se stesso, la temperatura corporea si abbassa, il ritmo cardiaco rallenta e si ha un’alta produzione di ormoni dello stress (cortisolo).
Dopo la prima poppata, il tuo bambino potrebbe passare alcune ore senza richiedere di poppare. Averlo accanto, comunque, ti permetterà di cogliere subito i primi segnali che indicano che è pronto per essere allattato: il bambino apre gli occhi, muove la testa, apre la bocca alla ricerca del seno, succhia la prima cosa che trova (di solito il suo pugno). Questo è il momento giusto per provare ad attaccarlo.
Per una buona poppata non occorre imparare tecniche particolari: è importante soprattutto che tu e il tuo bambino siate comodi. Se sei a letto, fai in modo che la schiena sia ben appoggiata e sostenuta dai cuscini, leggermente reclinata all’indietro e porta il bambino verso di te, pancia contro pancia, con il mento che poggia su uno dei seni e il capezzolo che viene a trovarsi nella spazio tra il labbro superiore e il nasino. Il tuo bambino spalancherà la bocca per afferrare une bella porzione di seno e quando richiuderà la bocca, le labbra saranno girate in fuori, la bocca formerà un angolo di circa 120° gradi (non occorre che tu usi un goniometro per vedere se è attaccato bene!!) e la lingua avvolgerà l’areola e sarà distesa oltre la gengiva inferiore. È la lingua, infatti, insieme a tutta la bocca, che massaggia il seno per estrarre efficacemente il latte. In questa posizione il tuo bambino si sentirà ben sostenuto dal tuo corpo, le sue mani non andranno davanti al viso, rendendo difficile l’attacco, e tu non dovrai sostenere il suo peso.
Se preferisci allattare seduta o sdraiata, la cosa da tenere sempre sott’occhio è che il bambino sia comunque rivolto verso di te (se fosse nudo non dovresti riuscire a scorgere il suo ombelico) e che trovi il capezzolo sempre sotto al suo nasino. Anche da seduta appoggia bene la schiena e porta il bambino verso di te e non viceversa.
La poppata non dovrebbe essere dolorosa. Se senti dolore è meglio staccare il bambino inserendo il tuo mignolo nell’angolo della bocca e premendo leggermente per aprirla, poi riprovare ad attaccarlo.
Nei primi tre-quattro giorni tutti i neonati, anche i prematuri, hanno un calo di peso che normalmente si aggira intorno al 7%, ma che può arrivare al 10%. È detto, proprio perché normale, “fisiologico”. Se il calo supera il 10% occorre valutare la gestione dell’allattamento e l’efficacia delle poppate.
In questi tre giorni le evacuazioni sono scarse (una-due) e composte dal meconio, le prime feci di colore verde-nerastro, mentre dal terzo giorno cominciano a diventare sempre più gialle e vengono emesse da una a più scariche al giorno. I pannolini bagnati, invece, aumentano da uno nel primo giorno a 6-8 nelle 24 ore dal quarto giorno in poi circa.
Come avviene la produzione di latte?
Durante la gravidanza gli ormoni (progesterone) tengono sotto controllo la produzione di prolattina, impedendo che si verifichi una produzione abbondante di latte, anche se alcune donne possono perdere alcune gocce di colostro.
Subito dopo il parto, col distacco della placenta, il crollo del progesterone permette che i livelli di prolattina si alzino e diano l’avvio alla produzione di latte. Nelle prime 30-40 ore dopo il parto si ha la produzione di colostro. Ha un colore giallo intenso, a volte quasi arancione, è ricchissimo di anticorpi (viene definito anche “la prima vaccinazione del bambino”), proteine, sali minerali. È tutto quello che necessita al bambino nei primi giorni. Dato che il colostro è prodotto in piccolissime quantità (5-7 ml per poppata), è praticamente impossibile poter effettuare la doppia pesata e riuscire a misurarlo, ma il fatto che sia prodotto in dosi non rilevabili da una bilancia non deve far incorrere nel pensiero che il bambino “non prende niente”. Infatti alla nascita lo stomaco del bambino è molto piccolo, ha più o meno la dimensione del suo pugno e quindi può contenere solo pochi ml per poppata. È inoltre, molto più facile per un bambino, imparare a succhiare da un seno morbido e facile da plasmare nella bocca, piuttosto che da un seno teso e duro perché troppo pieno di latte.
Dopo circa 70 ore dal parto la donna avverte quella che comunemente viene definita “montata lattea”, cioè aumenta il livello di lattosio che trascina con sé un più alto livello di acqua, per cui il volume di latte aumenta e cambia la sua composizione. Mentre tutto questo avviene sotto la spinta degli ormoni, e quindi anche in assenza della rimozione di latte dal seno, da questo momento in poi il controllo della produzione del latte sarà dovuto alla quantità e alla frequenza con cui il latte viene rimosso dal seno: più spesso e più efficacemente il bambino popperà e più latte il seno produrrà.
Questo non significa che sia inutile allattare spesso nelle prime ore e giorni dopo la nascita! Il colostro, infatti, è di grandissima importanza per il bambino: oltre a fornire tutto ciò che gli necessita per i primi giorni e a proteggerlo con una grande quantità di anticorpi, funziona anche da lassativo per agevolare l’emissione delle prime feci (meconio), evitando così che la bilirubina, sostanza di scarto prodotta dall’eliminazione dell’eccesso di globuli rossi col quale un bambino nasce, venga riassorbita dall’intestino causando l’ittero. Inoltre, la produzione dei recettori della prolattina, cellule poste sulla membrana basale degli alveoli (le ghiandole che producono latte) è stimolata da frequenti poppate.
Ogni bambino sano nato a termine, di peso adeguato, è in grado di richiedere al seno tutto il latte che gli occorre, se lasciato libero di poppare ogni volta che ne manifesta il bisogno.
Alcuni bambini possono aver difficoltà a svegliarsi regolarmente per poppare, a causa, ad esempio, di un nascita faticosa, dell’uso di anestesia durante il parto, dell’ittero, per cui sarà la mamma a controllare che le poppate siano frequenti, svegliando il bambino e incoraggiandolo dolcemente a poppare almeno ogni due ore-due ore e mezzo e stimolandolo a proseguire la poppata nel caso il bambino tendesse ad appisolarsi dopo pochi minuti. Per aiutare questi bambini si può cercare di fare leggeri massaggi sulla schiena, carezzare mani e testa, tenerli non troppo coperti (l’eccesso di calore li fa assopire ancore di più), cambiare seno frequentemente durante la stessa poppata, comprimere il seno per fare affluire più latte.
Dal terzo-quarto giorno il controllo dei pannolini bagnati e sporchi, la pelle del bambino (che diventa liscia, rosea e soda), il tono muscolare e un aumento minimo di 140 g la settimana, indicheranno che il tuo bambino sta ricevendo tutto il latte necessario.
Paola Mazzinghi
IBCLC – Firenze
338 1478828